Villa Carcina (Brescia). 75 anni fa, nelle prime ore del 12 marzo 1945, si concludeva il calvario di Modestino Guaschino per mano dei fascisti

ANPI Scuola - Brescia
2 min readMar 12, 2020

Lunedì 12 marzo, ore 00.45. “Non ucciderlo, fallo patire ancora!”, aveva gridato uno dei giovani aguzzini. E ora spara su quel corpo straziato colpi di mitra alle braccia, al petto, alle gambe. L’ultimo colpo è alla nuca e pone fine all’agonia.

E lo lasciano sul terreno come un cane randagio, perché tutti lo vedano. E temano.

Mentre vanno a comprare il pane, di mattina presto, vedono quel corpo: le due ragazze si avvicinano, lo riconoscono, notano i bossoli. Così si sparge in paese la notizia della sua morte. La gente accorre, è addolorata.

Anna è in giro a chiedere notizie, ma i fascisti non gliele danno. Appena fuori dal palazzo del Fascio intuisce la sorte del marito dagli sguardi commiserevoli di chi la guarda. La portano da lui: il corpo giace tra l’erba e la polvere e porta chiari i segni del martirio. Urla nominando i mandanti di quell’assassinio e poi crolla.

Coprono il cadavere e i militi delle brigate nere lo trasferiscono nella sala mortuaria del cimitero di Villa Carcina, tenendo alla larga la gente. Una donna, impietosita, si fa avanti e con coraggio ottiene di lavare e comporre la salma. La gente, accorsa per porgergli l’ultimo saluto, è tenuta lontana. Anche Anna è là, fuori, allontanata come gli altri.

Il 14 marzo, celebrato il funerale, il corpo viene seppellito in una fossa, in un angolo appartato del cimitero, senza croce. Sul tumulo di terra un semplice cartello di identificazione: “Modestino Guaschino di Avellino”.

Le persone del paese ricordano ancora con tenerezza infinita una sagoma nera che tutti i giorni si recava al cimitero. Inginocchiata sui bossoli che gliel’avevano ucciso, Anna piangeva, davanti a quel tumulo di terra, la morte del suo bel ragazzo di Avellino.

Alla memoria del brigadiere Modestino Guaschino sono state dedicate due vie pubbliche: la prima a Villa Carcina, in occasione del 50° anniversario della sua morte; la seconda nella città natale di Avellino.

Testi: professoressa Nella Macrì. Si ringrazia per le foto e altre informazioni su Modestino Guaschino il ricercatore Isaia Mensi.

Per leggere la prima parte del racconto, fai clic qui.

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