“Sull’uso del nome delle Brigate internazionali”

ANPI Scuola - Brescia
3 min readDec 4, 2015

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Giovedì 3/12/2015

Di Jim Jump, Segretario dell’IBMT (Fondazione per la memoria delle Brigate internazionali)

(Traduzione del comunicato pubblicato dall’IBMT sul proprio sito il 3 dicembre 2015 , disponibile in originale qui)

Il 2 dicembre, nel corso del dibattito alla Camera dei Comuni conclusosi con il voto positivo a favore dei bombardamenti sulla Siria, sono state citate le Brigate internazionali e la lotta contro il fascismo in Spagna.

Nell’intento di giustificare il loro appoggio ai raid della RAF in Siria due deputati laburisti, fra i quali il Ministro degli esteri ombra Hilary Benn, hanno collegato l’operazione militare contro l’ISIS/Daesh con l’impegno di coloro che combatterono Franco e il fascismo negli anni ’30 del novecento.

Hilary Benn ha detto: “Ciò che sappiamo dei fascisti è che vanno sempre sconfitti ed è per questo che, come abbiamo sentito da altri stasera, i socialisti e i sindacalisti furono fra coloro che negli anni ’30 del novecento si unirono alle Brigate internazionali per combattere contro Franco”.

Da parte sua, la deputata Ruth Smeeth ha fatto riferimento alla lapide che ricorda le Brigate internazionali nel municipio di Stoke-on-Trent: “Gli uomini e le donne che parteciparono a quel movimento rischiarono la vita per un impegno di internazionalismo e solidarietà e si opposero a un’ideologia che minacciava seriamente il nostro modo di vivere. Daesh pone una minaccia non meno grave”.

L’intervento di Hilary Benn ha ricevuto lodi nella maggior parte degli organi di informazione tradizionali, ma il riferimento alle Brigate internazionali ha scatenato un moto di protesta su Twitter, Facebook e su altri canali.

“Uno sfoggio di retorica da quattro soldi”, l’ha descritto qualcuno. Il succo della questione è questo: Per quanto l’ISIS non sia altro che un movimento barbaro che non può trovare giustificazione, come si può mettere sullo stesso piano le bombe sganciate da 10.000 metri dai Tornado della RAF con il coraggio e il sacrificio di quei volontari che, sordi alla voce del loro stesso governo, andarono in Spagna a combattere Franco, Hitler e Mussolini?

Non è certo la prima volta che la Guerra civile di Spagna viene usata per sostenere questa o quella parte in qualche dibattito su una guerra in Medio Oriente o nel Maghreb.

Simili paragoni sono sempre, nel migliore dei casi, superficiali e molto spesso del tutto sbagliati o disonesti. Sui giornali, alcuni commentatori hanno scritto che i giovani che sono partiti dal nostro Paese per unirsi ai gruppi jihadisti che combattono le forze governative siriane sono come i volontari delle Brigate internazionali. Nel 2011, l’allora leader laburista Ed Miliband disse che non partecipare ai bombardamenti sulla Libia sarebbe stato come non intervenire nella Guerra civile in Spagna.

Sebbene l’IBMT mantenga sempre volutamente una posizione di neutralità sulle questioni politiche attuali che non riguardano i suoi scopi statutari, osserviamo che è interessante, se non lusinghiero, che a quasi 80 anni da quei fatti, l’esempio delle Brigate internazionali e le lezioni della Guerra civile di Spagna vengano citati, ancorché in modo impreciso e superficiale, come termine di paragone morale e politico per giudicare le azioni dell’oggi.

Infine, è importante ricordare che le Brigate internazionali sono state citate da un altro deputato laburista, Ivan Lewis, nel dibattito tenutosi alla Camera dei Comuni. Il suo intervento, tuttavia, si è levato in opposizione all’intervento britannico in Siria.

Sostenere, ha detto Lewis, che essere di sinistra equivale a opporsi sempre e comunque all’intervento militare significa “riscrivere la storia”. “Questa affermazione mi tocca in modo particolare poiché mio nonno ha combattuto in Spagna, nelle Brigate internazionali, contro i fascisti di Franco”.

(Traduzione a cura dell’ANPI di Brescia)

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